E’ possibile l’osservazione astronomica con un binocolo?
Dopo una interessante lezione di Antonio sull’uso dei binocoli, anche i più semplici e i più comuni, per l’osservazione astronomica, decidiamo di dedicare a questi strumenti una serata osservativa.
Il luogo di incontro è sempre il solito, il bosco di Santa Luce, il giorno stabilito sabato 11 Marzo.
Raggiungiamo il sito con il cielo ancora luminoso, abbiamo bisogno di un po’ di tempo per montare i nostri strumenti. Antonio porta un vassoio di pasticcini. Mangiamo mentre cominciamo a montare il considerevole numero di binocoli a disposizione per la serata.
Dal Vixen 2,1×40 al 15×70 con montatura a parallelogramma fino a arrivare al Vixen 125x a ingrandimenti variabili.
E’ l’imbrunire quando finiamo di montare tutto e, come ormai d’abitudine, a quell’ora compare anche la nostra amica volpe. Ci guarda sempre un po’ con diffidenza ma non sembra più aver paura di noi.
La prima luce che compare in cielo è Venere e poco dopo ecco Giove. Decidiamo di disinteressarci alla volpe e di cominciare le nostre osservazioni proprio da Giove.
Proviamo diversi tipi di binocoli per capirne le differenze, gli ingrandimenti raggiunti, i dettagli visibili. Con tutti gli strumenti riusciamo a distinguere 3 satelliti di Giove perfettamente allineati, con gli strumenti con ingrandimenti superiori si scorge anche un quarto satellite poco più in basso.
Il cielo stasera è spettacolare.
Affascinati dal cielo che sta scurendo sempre più cominciando a mostrare le prime stelle, ci scordiamo del tutto della nostra amica volpe…. e lei ne approfitta!
Sentiamo dei rumori sospetti provenire dal tavolo sul quale avevamo appoggiato il vassoio con i pasticcini, qualcuno dice: “non sarà mica la volpe che ci mangia i pasticcini?”. Ci giriamo e… ebbene sì, è proprio lei, con sul bel musino affondato nei nostri pasticcini!
Peccato, erano veramente buoni, ci consoliamo con il cielo.
Prossimo obiettivo M42, la nebulosa di Orione. Si intravede già, ma vogliamo aspettare un cielo più scuro. Andiamo a consultare la carta e individuiamo un ammasso aperto nella costellazione del Cane Maggiore: M41. Studiamo sulla carta come arrivare a individuarlo partendo da Orione e poi io e Marco ci cimentiamo con gli strumenti per riuscire a individuarlo. Facciamo diversi tentativi ma tutte le volte che pensiamo di esserci riusciti Antonio controlla e ci dice che abbiamo fallito la ricerca. Ma il tentativo definitivo non è lontano e quando M41 appare negli oculari del Vixen non ho nessun dubbio, l’ho trovato! Ed è bellissimo.
Nel frattempo sono apparse nel cielo le Pleiadi, si vedono benissimo anche a occhio nudo, ma decidiamo di puntare tutti i binocoli su di loro. Con il 2,1X40 l’effetto è molto bello, non solo le Pleiadi sono interamente visibili, ma più in basso si osservano anche le Iadi.
Passo alla visione con il mio 8×42 e poi con il 15×70 e ad ogni cambio di binocolo le Pleiadi si avvicinano sempre di più e si riescono a individuare sempre maggiori dettagli. Ma la visione con il Vixen 125x con oculari da 20mm è sorprendente. Le Pleiadi sono più che vicine, è come esserci dentro. Uno spettacolo fantastico!
Siamo ormai vicini al nostro obiettivo, ma prima di puntare i binocoli su Orione ci concediamo ancora la visione dei due ammassi aperti del Perseo chiaramente distinguibili con il 22×85.
A questo punto il cielo si è fatto scuro, puntiamo decisi su M42, la nebulosa di Orione. Questa volta non abbiamo problemi a individuarla con il cercatore del Vixen e quando guardiamo dentro gli oculari ci appare subito. Il tempo di mettere bene a fuoco ed ecco comparire nitidamente la nebulosità e le stelle al suo interno.
Da dietro una collinetta è ormai sorta anche l’Orsa Maggiore e prima di smontare tutto cerchiamo anche le due galassie M81 e M82. Riusciamo a individuarle, nei nostri binocoli sono poco più di due “sbuffetti”. Rimandiamo l’appuntamento con le Galassie ad Aprile, quando ci sarà in nostro “Galaxy Season”.
Smontiamo tutto, il tempo per una foto di gruppo e si torna a casa. Altra bella serata osservativa.
Autore: Francesca Paita
Contributi fotografici: Maria Argentiero, Marco Giglio, Francesca Paita